Chiesa Parrocchiale

CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
XII SEC.

Chi viene a Pozzuolo è subito attratto dall’imponente mole del Campanile, che assieme alla Chiesa costituisce il punto centrale del paese.

 

La Chiesa, una pieve romanica dotata anche di Fonte Battesimale, era intitolata a San Pietro, e come risulta da documenti dell’XI – XII secolo, la Curtis de Puteolo cum Capella Sancti Petri  era tenuta a versare una somma per le varie necessità.

 

In questa Chiesa nell’anno 1247 è stata battezzata una bambina a cui fu dato il nome di Margherita, che poi diventerà la Santa di Cortona.
Nel 1383, i Magistrati di Perugia accolgono la richiesta della Universitas del popolo di Pozzuolo e ordinano la costruzione di un castello che possa contenere 100 case, con mura alte 20 piedi sopra il piano terra, con parapetto e rinforzate con mattoni con una torre di 25 piedi con campana e con ponte levatoio. I lavori si conclusero nel 1388.

 

Ma di tutto questo non c’è più alcuna traccia, a parte l’angolo dove si trova il fonte battesimale, la chiesa attuale sorge sugli antichi resti ed è stata riaperta al culto nel 1785.

Governando questa chiesa il Pievano Carlo Maria Grilli, la cui memoria è in benedizione, indusse il suo popolo a rifabbricare la chiesa che era informe e ruinosa.

 

Nonostante la morte di questo ottimo parroco l’anno 1763 fu dato principio alla fabbrica, sotto la guida di don Domenico Tommasi, Rettore Pievano, che ha con se altri quattro Sacerdoti e nell’anno 1784 fu compiuta e aperta colle limosine dei fedeli.

Il progetto e il disegno furono dell’Architetto Tiroli, di Lugano (CH), molto attivo nella Diocesi di Città della Pieve per lavori da lui compiuti al Monastero delle Clarisse e, a Mongiovino, il Campanile del Santuario.

 

Sul finire del 1800 la chiesa fu ampliata con l’aggiunta delle cappelle laterali.

L’attuale campanile è stato eretto nel 1919, in sostituzione del vecchio che era isolato dalla chiesa. In prossimità dell’ingresso del campanile una lapide ricorda il ritorno del corpo di Santa Margherita nel VII centenario della sua conversione (24/9/1972).

In questa Chiesa è conservato il Fonte Battesimale, dove la tradizione vuole che sia stata battezzata anche Santa Margherita.

 

Di recente, nel 1997, il Fonte è stato decorato con un bel mosaico ad opera di Padre Ugolino da Belluno, che rappresenta il Battesimo di Gesù tra l’albero della vita e l’albero della scienza del bene e del male, indicati rispettivamente da una civetta e da un nugolo di uccelli, mentre ai piedi scorre il Giordano che alimenta e da vita a fiori e pesci.

 

Proprio in questi giorni Il Fonte sta per essere sistemato con una piccola vasca in ceramica di Deruta, opera di Carlo Gilletti, sormontata da una piccola statua di Santa Margherita che alza una creatura verso il Cielo. L’immagine è la stessa che è visibile sull’ingresso dell’Ospedale di Cortona, alla Fratta, opera dell’Artista Cortonese Andrea Roggi.

 

Dopo il fonte Battesimale sulla destra c’è l’Altare di S. Margherita, nella nicchia che lo sovrasta la statua in gesso della Santa, mentre sull’altare a sinistra nella nicchia l’immagine della Madonna Addolorata, in legno, e sotto l’altare l’immagine sempre in legno di Gesù Morto. L’altare centrale è un recente manufatto: la base in metallo con la tavola di noce nazionale. Alle spalle il vecchio Altare maggiore, in marmo, costruito nel 1891 dal Pievano Don Pacifico Gori.

 

Nell’abside una tela con le immagini dei Santi Patroni e sopra di loro la Vergine, di autore ignoto. Nella parete di fondo, sulla parte destra, sopra una piccola acquasantiera in pietra, vi è il busto di un Angioletto di stile robbiano.

La Cappella di sinistra, con due confessionali e l’altare, accoglie un bel Crocifisso, e il Tabernacolo, dove la sera del giovedì santo si ripone il Santissimo per l’Adorazione del Sepolcro.

 

La Cappella di destra conserva in una teca lo stendardo della parrocchia, manufatto che risale agli anni ‘60 del secolo scorso, e due tele, una la Comunione di San Pietro, opera di Anton Maria Garbi (1787), l’altra Maria SS.ma del Rosario col Divin figlio in braccio e i Santi Maccario Anacoreta e Antonio Abate, opera di Vincenzo Mariotti, ambedue della fine del ‘700.

LA CAPPELLA DEI PATRONI

A fianco della Chiesa Parrocchiale, dalla fine degli anni 20 del secolo scorso, è stata realizzata una costruzione che fa da congiunzione tra la Chiesa e il Campanile, che nel corso del tempo ha avuto diverse destinazioni: deposito, garage, scuola di catechismo…

 

Nel 1990, nel corso dei lavori di restauro della Chiesa, questo ambiente ha ricevuto la sua destinazione definitiva:  Cappella Feriale intitolata ai Santi Patroni Pietro e Paolo. 

 

Un’artista, milanese di chiara fama, Elda Brignoli, che veniva a trascorrere le vacanze in questo paese ha voluto affrescarla con le storie dei Santi Patroni.

 

Di ciascuno ha messo in evidenza l’attimo che decide della loro vita. Di Pietro il momento in cui Gesù lo nomina fondamento della Chiesa: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…”

 

Assieme a questo affresco che copre la parete dietro l’altare, ci sono altri due quadri di Pietro: il primo è una pesca miracolosa, l’altro la liberazione dalla prigione altrettanto miracolosa, dopo che Erode lo aveva fatto mettere in prigione per far piacere ai Giudei.

 

Di S. Paolo il momento della Conversione, la caduta da cavallo e la Voce che gli dice: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Anche per Paolo ci sono altri due squarci di vita: la fuga da Damasco, facendosi calare dalle mura, e un miracolo che quasi mai viene ricordato, ma è raccontato al capitolo 16 versetto 16 degli Atti degli Apostoli: la cacciata di uno spirito maligno da una schiava che ne era posseduta.

 

Nella parete di fondo in mezzo ad una schiera di Angeli c’è il Crocifisso dipinto su lamiera. La Croce sembra l’albero della vita, il crocifisso manifesta la giovinezza di chi vive nell’eternità.